Il Terzo Settore britannico seriamente minacciato da provvedimenti governativi
Per il terzo anno consecutivo, continua l’interesse del Terzo Settore britannico nei confronti dei meccanismi di promozione. Le ultime stime, pubblicate nel Campaigner Survey della testata britannica ‘Third Sector’, notano come il 93% degli adepti ritenga minacciata la legittimità della promozione a causa dell’incombente interferenza di lobbies e di atti governativi volti ad imbavagliare il Terzo Settore.
Poco prima di Natale, la giornalista Sue Tibbals notava come l’editoria inglese fosse de facto all’oscuro circa i dettami sanciti dalla ‘gagging clause’ voluta dal governo.
Per rispondere a tale occultamento mediatico, il ‘National Council for Voluntary Organisations’ scrisse a Theresa May per esprimere la propria preoccupazione riguardo la ‘gagging clauses’. Nella sua risposta, il Primo Ministro replicò:
"È vitale che l’indipendenza e la libertà di parola del Terzo Settore siano tutelate, per consentire attività di carità e solidarietà e per continuare a dar voce agli ultimi della società".
Come commenta la Tibbals, “ciò che lei dice è rivelatore. Dice che tali provvedimenti "non ostacolano le campagne del Terzo Settore", ma si impegna esclusivamente a chiarire i futuri contratti, al fine di indirizzare la sfortunata percezione che è emersa riguardo queste clausole. Il governo ci ha detto che il ‘lobbying act’ non avrebbe ostacolato la promozione della carità, ma le nostre ricerche, adesso, mostrano incontrovertibilmente come lo abbia fatto. Nonostante le belle parole, il governo pare aver scelto la strada della negazione. Avrebbe potuto parlar chiaro, ma i loro provvedimenti, ora, smentiscono quanto detto in precedenza”.
Le organizzazioni britanniche lamentano un uso dei fondi pubblici profondamente confuso, sulla cui distribuzione si speculerebbe usando i termini "politico" e "partito politico" come fossero intercambiabili. In UK, è ammesso, o persino auspicabile, che il Terzo Settore pratichi pratichi attività politica per favorire la carità. La connessione di questa con una specifica fazione politica è, al contrario, vietata.
Nuovamente dale parole della Tibbals: “Certamente, milioni di persone sentiranno gli effetti della Brexit, in qualsiasi modo essa si riverserà sulla società. Le persone necessitano di una ‘società civile’ [il Terzo Settore n.d.r.] che mostri il proprio coraggio: produrre testimonianze, parli chiaramente ed amplifichi la loro voce. La situazione attuale non è buona. E’ necessario che il Terzo Settore imponga pressione ai piani alti. In vista di qualsiasi elezione, il movimento deve rispolverare le proprie cruciali battaglie per l’acquisizione di diritti. Fra questi, il diritto di condurre campagne efficaci e libere da impedimenti e dalla retorica politica”.
(A.S.)