Ufficiale: nessun raddoppio dell'Ires per il Terzo Settore
Come annunciato dai maggiori esponenti di governo, salta il raddoppio dell’Ires per il Terzo Settore, che era stata raddoppiata con il maxiemendamento alla legge di Bilancio che ha ridotto il deficit/pil dal 2,4 al 2%.
La cosiddetta «tassa sulla bontà» viene eliminata grazie a un emendamento «Dl semplificazioni» presentato da Andrea Marcucci (Pd) e sottoscritto anche dai capigruppo di M5S, Stefano Patuanelli, e Lega, Massimiliano Romeo, il quale che giovedì ha ottenuto il via libera delle commissioni Affari Costituzionali e Lavori Pubblici del Senato.
Il provvedimento riporta al 12% l’aliquota da applicare al Terzo Settore approvato dalle Commissioni Affari costituzionali e Lavori pubblici del Senato. Torna quindi l’agevolazione Ires sulle organizzazioni non profit.
Il congelamento del raddoppio continuerà fino al varo di un riordino complessivo del settore secondo «misure di favore» compatibili con la Ue. Con il ritorno dell’aliquota al 12% viene meno l’introito aggiuntivo previsto per le casse dello Stato, che era stato stimato in 118,4 milioni per il 2019 e 157,9 milioni dal 2020.
Questa agevolazione non è cumulabile con la mini Ires per gli utili reinvestiti in beni strumentali e nuova occupazione. Gli oneri sono di 118,4 milioni nel 2019 e 157,9 milioni dal 2020. «Una grande vittoria di civiltà, un sospiro di sollievo» affermano Marcucci, e il capogruppo Dem in ottava commi Salvatore Margiotta.
(A.S.)